Battaglia comunista n. 9, 1967
Fonte: Primo Maggio
(...) Ancora una volta il nostro Partito si trova nella necessità politica di tornare ad affermare la propria linea di condotta tattico-strategica di fronte al problema dei blocchi imperialistici e della guerra.
Riaffermiamo:
1) Il Partito non ha mai fatto una politica di equidistanza tra la Russia e gli Stati Uniti o tra la Cina e gli Stati Uniti, e neppure tra la Cima e la Russia, ma segue la linea tracciata dal solco di classe che divide il proletariato e i suoi interessi di classe da tutto il capitalismo comunque articolato; in questo senso il capitalismo, nella sua essenzialità, accomuna sul terreno della stessa responsabilità politica tanto gli Stati Uniti d'America come la Russia e la Cina e le rispettive zone d'influenza.
2) Questo solco di classe divide il fronte dell'imperialismo, più precisamente divide il fronte della guerra imperialista da quello della rivoluzione socialista.
I blocchi e la loro politica discriminatoria rappresentano un coagulo di interessi che la guerra potrà sciogliere per ricomporlo eventualmente su di un piano diverso, e che solo la rivoluzione proletaria potrà definitivamente spezzare. La richiesta dello scioglimento a freddo dei blocchi, uscita dal convegno di Karlovy Vary, è un banale espediente tattico-propagandistico, assurdo dal punto di vista della realtà capitalista in cui il processo della concentrazione monopolistica è ora nella fase culmine in tutti i settori della propria organizzazione, dalla economia alla politica; più assurda ancora dal punto di vista della dialettica marxista e dell'insegnamento di Lenin, a cui una razza malnata di "rivoluzionari" troppo spesso e ipocritamente si appella.
3) Alla strategia globale del capitalismo imperialista il Partito oppone la globalità della strategia del proletariato rivoluzionario. In questa concezione non c'è posto per nessun intermedismo politico, o meglio per nessuna politica di conquiste parziali fine a se stesse.
Questa linea di condotta della strategia di classe di fronte al dominio dell'imperialismo, noi andiamo difendendo, quasi da soli, dalla Seconda guerra mondiale, e tanto più oggi la difendiamo nel clima precorritore della terza, anche se procura al nostro Partito incomprensioni, odi e isolamenti.
E' la contropartita, del resto inevitabile, alla fedeltà del Partito al marxismo-leninismo, ciò che assicura validità storica alla sua esistenza e al ruolo di guida rivoluzionaria. Militanti più numerosi e più ampia influenza organizzativa saranno offerti da situazioni più favorevoli della presente, che rimane, nei suoi tratti essenziali, tuttora obiettivamente reazionaria.
Ultima modifica 08.10.2008